Sempre più spesso in medicina e per gli interventi chirurgici si parla di mini-invasività.
Per la chirurgia della colonna questo diventa sempre più importante per via della nobiltà delle strutture interessate.
Quando il chirurgo arriva a porre una indicazione all'intervento ha soppesato con attenzione la bilancia rischio-beneficio valutando:
1. possibilità di successo
2. esaurimento delle opzioni conservative
3. durata dell'inabilità del paziente
4. possibili danni da mancanza di intervento chirurgico
Nella colonna vertebrale tengo sempre a sottolineare come la biomeccanica sia fondamentale.
Tali aspetti sono possibili grazie alla salute del muscolo.
La muscolatura lombare rappresentata da latissimo del dorso, muscolo serrato posteriore, lunghissimo toracico, ileocostale, muscolo multifido nell'insieme noti come erettore della colonna, sono i principali motori della schiena.
Nella maggioranza dei casi i pazienti con spondilolistesi e scoliosi vengono trattati chirurgicamente attraverso la sezione e la divaricazione di queste strutture per mettere a nudo, scheletrizzare il corpo mamillare per poter inserire la vite peduncolare e realizzare la cosiddetta artrodesi lombare. Per fare questo è necessaria la sezione con un bisturi elettrico e il controllo della fuori uscita di sangue, oltre al posizionamento di un divaricatore che mantiene aperto il campo e permette al chirurgo di lavorare.
Tutto questo ha rappresentato a mio parere il PASSATO.
Tempo fa il dottor Wiltse aveva descritto una via anatomica, un pertugio dove è possibile arrivare allo stesso piano anatomico semplicemente infilando il "dito!"
Guardiamo la foto qui sotto
Passando tra il multifido e il lunghissimo si raggiunge senza divaricatori, senza bisturi elettrico, senza sangue direttamente sul piano per lavorare, rendendo solidali le vertebre.
Deng, Xuefei & Zhu, Youzhi & Wang, Shidong & Zhang, Yu & Han, Hui & Zheng, Dengquan & Ding, Zihai & Wong, Kelvin. (2015). CT and MRI Determination of Intermuscular Space within Lumbar Paraspinal Muscles at Different Intervertebral Disc Levels. PloS one. 10. e0140315. 10.1371/journal.pone.0140315.
La domanda allora potrebbe essere:
Perchè non lo fanno tutti?
E' una chirurgia con una elevata curva di apprendimento, la continua ripetizione dello stesso atto chirurgico permette il raggiungimento di standard molto elevati. Solo chi si dedica con costanza ogni giorno a questo approccio può avere risultati superiori alla tecnica aperta.
Quali sono i vantaggi finali?
- ripresa più rapida e ritorno al lavoro più rapido
- minore perdita di sangue
- preservazione della muscolatura
Quali sono i rischi?
Gli stessi dell'intervento a cielo aperto.
Altri aspetti
Come dicevo prima la parte mini invasiva non si dedica soltanto all'atto della fissazione ma può coinvolgere anche l'atto della decompressione.
Il senso di questo intervento è correggere la deformità sul piano frontale o laterale e RIDARE CORRENTE agli arti inferiori.
La decompressione che realizzo è DUPLICE
- indiretta
- diretta
Decompressione indiretta
Guardando lateralmente la colonna esistono dei forami, da essi emergono le radici che danno forza e sensibilità ai muscoli e alla pelle. Con l'età l'osso si degenera, aumentando di volume per abbassare la pressione per unità di superficie (processo dell'artrosi) e si ispessisce il legamento giallo nel tentativo di proteggere le strutture.
Mettendo le viti e la barre in posizione corretta si può aumentare di molto la sezione di questo foro: TAAC corrente alle gambe!
Questo è un approccio ORTOPEDICO
Decompressione diretta
Finchè non vedo il sacco durale non sono contento!
Se le strutture sono compresse, si genera la patologia. L'ipertrofia del legamento giallo, il materiale intra canalare, come l'ispessimento del legamento longitudinale e le cisti artrogene possono schiacciare il sacco creando patologia e mandando le radici posteriormente nell'apice del sacco, oltre a diminuire di molto il canale vertebrale: parliamo di stenosi lombare.
La decompressione diretta porta a una abolizione di tutto l'arco posteriore con esposizione ampia ed estesa di tutto il sacco fino a una visione completa delle radici.
Questo è l'approccio NEUROCHIRURGICO.
L'approccio SMART e neurortopedico del dottor Lavanga, prevede la fusione dei due pensieri con l'aggiunta della decompressione mono-portale ovvero da un solo lato sfruttando sempre l'approccio del dottor Wiltse. La cosiddetta decompressione OVER THE TOP (come il film con Stallone).
Questa è una azione mini invasiva.
A volte non farlo del tutto è ancora più mini invasivo e beneficiare solo della decompressione indiretta.
Beh allora dottore se non mi opero è ancora PIU' MINI INVASIVO
Sfondi una porta aperta, ti dico hai ragione perfettamente.....
Quando però si prova tutto, magari le stesse cose per anni e ci si aspetta risultati diversi, ecco che a mio parere non si agisce intelligentemente.
La tecnologia, l'evoluzione in medicina, l'intento del chirurgo e l'attenzione della comunità scientifica ci aiutano sempre di più a raggiungere risultati migliori con approcci minimi.
Il Frottage della chirurgia della colonna vertebrale
Sai cosa è il Frottage?
E' una tecnica riscoperta da Max Ernst basata sullo sfregamento.
Siccome da piccolo alle lezioni di Educazione artistica volevo fare più con meno, mi avvalevo come molti di questa tecnica! Chi non ha mai copiato con questa tecnica le centolire!
Secondo voi avrei avuto più possibilità a disegnare la foglia o con questa tecnica?
La chirurgia percutanea è come il frottage nell'arte.
Esiste la via anatomica, seguila!
Risparmiamo i tessuti.
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